PACE ETERNA
Parte 5: INDIVIDUI DI DISTRUZIONE DI MASSA
di FABIO VOLINO

Le grandi masse saranno più facilmente vittima di una grande bugia piuttosto che di una piccola
Drakan Djorjevic - La mia Guerra

 

C'era una volta un valente architetto di nome Eric Masterson, che un giorno ebbe la ventura (o la sventura, a seconda dei punti di vista) di incontrare Thor, il dio del tuono delle leggende nordiche. Quante ne vide da quel giorno: supercriminali, cittadelle mitologiche, battaglie spaziali, epici sacrifici... Tutto un mondo nuovo si aprì davanti ai suoi occhi stupiti.
Tale Eric Masterson venne addirittura ad un certo punto insignito del manto di Thor e non dovette passare molto tempo prima che si facesse la sua bella schiera di nemici. Tra questi vi era un certo Bloodaxe, il più letale di tutti. Un guerriero sadico ed inarrestabile. Stiamo parlando di quest' essere al maschile, ma ci sbagliamo, dovremmo usare termini femminili in quanto Bloodaxe era Jackie Lucius, una collega di lavoro rivale di Eric Masterson. Costei era venuta in possesso dell' ascia di Skurge l' Esecutore e per via di essa si era tramutata in uno spietato vigilante. Bloodaxe, appunto.
Gli scontri tra lei e Masterson furono svariati, si capì subito che sarebbe finita male. E così fu: Jackie venne uccisa da Masterson nella sua nuova identità di Thunderstrike. Costui credeva di poter resistere alla brama di sangue dell' ascia, ma si sbagliava. E così Thor si ritrovò costretto ad ucciderlo, dietro sua stessa esortazione. Questa parve essere proprio la fine di Thunderstrike e Bloodaxe, la loro rivalità conclusasi nel modo peggiore. Parve. Perchè da quel giorno Thunderstrike è tornato, seppur sotto diversa forma, e forse non bisognerà attendere ancora a lungo prima che Bloodaxe faccia capolino.

Una zona inesplorata della galassia. Qualche tempo fa.

Corre, corre, corre. Fino a tentare di provare fatica o almeno di sentire il bisogno di riposarsi, anche solo per un secondo. Non ci riesce, forse non lo desidera davvero: poichè correre è la sua ragione di vita. Vuole esplorare ogni singolo angolo del creato, ma a dire il vero la cosa da qualche tempo lo annoia: sempre lo stesso vuoto, sempre lo stesso silenzio. E quei pochi pianeti abitati che incontra deludono le sue aspettative: gente rozza, ignorante, priva di qualsiasi fascino. Effettivamente solo un popolo nel corso della sua lunga vita ha catturato la sua attenzione.
"Arvell Miknazethret" lo chiama qualcuno.
Lui si volta e vede gente che non incontrava da tempo e che avrebbe preferito non rivedere più. Con loro ha condiviso un folle piano qualche tempo addietro ed ha sofferto per questo. Ma non sono soli, c'è qualcun altro dietro di loro. L' essere plagiatore.
"Quanto è grande il tuo desiderio di correre?" chiede costui.
"Infinito" si sente spinto a rispondere colui che corre.
"Allora ti farò un dono se in cambio tu ricambierai questo favore".
"Di quale dono si tratterebbe?".
"Tu sai di non essere la creatura più veloce dell' Universo, vero? C'è stato qualcuno che ti ha battuto".
"L' onta di quella sconfitta pesa ancora su di me".
"Non dovrai più provarla".
Improvvisamente il corpo di Arvell Miknazethret inizia ad essere percorso da una strana sensazione, un insolito formicolio. E quando il processo termina...
"Fatto" annuncia l' essere plagiatore.
"Cosa?" chiede colui che corre.
"Ora sei tutt'uno con la velocità, raggiungerai limiti che solo il pensiero prima poteva oltrepassare. Prova".
Arvell lo fa ed avverte subito il cambiamento, una potenza straordinaria sta scorrendo dentro di lui, è un qualcosa che non ha mai sperimentato prima. Qualcosa che gli piace. Urla la sua felicità... poi qualcuno lo blocca.
"Ora devi ricambiare questo favore" afferma l' essere plagiatore.
"Certo. Qualunque cosa tu voglia!". Andrebbe in capo all' Universo ora e ci arriverebbe in men che non si dica. Anche lui è diventato una vittima dell' essere plagiatore.

Asgard. Ora.

Il regno dorato sta affrontando in questi giorni una delle sue più insolite e drammatiche crisi: tutto è iniziato quando il suo reggente Thor è stato posseduto dal demone Incubo. Da allora l' esercito asgardiano è stato convocato più volte per sedare alcuni conflitti, decisamente simili tra loro. E nell' ombra si annida un' antica, sinistra minaccia.
Ma questi pensieri non tormentano in questo momento la mente del costrutto celestiale fatto ad immagine di Eric Masterson. Thunderstrike. È venuto qui per dimenticare i suoi problemi terreni, ma sa che non potrà evitarli a lungo, anzi, forse ha indugiato fin troppo. E così, mentre cammina per le vie di questa mitica cittadella, si reca verso il palazzo reale, da una delle poche persone il cui consiglio tiene caro. Ne varca la soglia, come sempre affascinato dalle mirabolanti architetture che gli si parano davanti. Poi vede una persona a lui nota e le si avvicina.
"Lady Sif" dice "Vorrei chiedere un' udienza presso il nostro sovrano".
La moglie del più celebre guerriero di Asgard annuisce e sparisce dietro una tenda. Ritorna un paio di minuti dopo, affermando:"Puoi andare, ti sta aspettando".
E così poco dopo Thunderstrike si trova al cospetto di Thor. Muscoloso, possente, bello come il sole: il dio del tuono. Da quando ha abbandonato il suo ruolo nei Vendicatori, si è concentrato maggiormente sulle sorti della sua terra, fino ad assumere sulle sue spalle l' incarico più importante e gravoso. Ma questo non ha mitigato i rimproveri di suo padre Odino. Tuttavia è adorato dal suo popolo e questo lo ripaga.
"Vedo dal tuo volto che qualcosa ti angustia, Thunderstrike" dice Thor.
"Sì, sovrano. Vedi, da tempo mi sto confrontando col passato dell' uomo alla cui immagine sono stato creato, Eric Masterson. Come sai, lui aveva una famiglia che recentemente è venuta a conoscenza della mia esistenza, anche se la verità su cosa davvero sono io non è stata rivelata loro. E non so se farlo".
Thor si alza dal suo scranno e si avvicina al suo fidato alleato:"Io credo che tu debba recarti immantinente a parlare con loro". Thunderstrike lo guarda con sguardo teso. "Certo, sarebbe stato meglio se loro non fossero mai venuti a conoscenza di te, cosicché la loro angoscia non si sarebbe perpetuata. Ma ormai è così ed è inutile e dannoso farli soffrire ulteriormente. Prima verranno a patti con questa vicenda, meglio sarà per tutti".
"E quale rapporto credi dovrò mantenere con loro?".
"Questa è una domanda a cui solo tu potrai trovare risposta. Prima o poi capirai cosa fare".
"Grazie, sovrano, hai risollevato il mio animo".
"Invero e ne sono molto lieto. Debbo tuttavia farti un ultimo ammonimento: l' attuale crisi che aleggia sulla città dorata non si è ancora conclusa, a mio avviso. Confido che tu sarai presente accanto a me qualora se ne presentasse l' occasione".
"Sarà sufficiente che tu mi chiami. Ed immediatamente sarò accanto a te, pronto alla pugna".
"Fino a quel momento, tuttavia" conclude Thor "Prenditi sulla Terra tutto il tempo che ritieni necessario".

Palazzo dei Vendicatori.

"Ho voluto consultarla su questa faccenda, dr.ssa Sterman" dice Leonard Samson "In quanto è grandemente stimata per risolvere certi casi".
"Lei dunque pensa che la donna che ha attualmente in cura sia stata violentata?" chiede l' ex scrittrice.
"Ritengo di sì. Anche se raramente mi sono occupato di queste vicende, temo che il tutto sia abbastanza evidente nel caso di Sersi".
"Ho attualmente in analisi una paziente che ha subito lo stesso drammatico trattamento" confessa Andrea Sterman "E la cosa più difficile è farle parlare. Interiorizzare un dolore come questo può risultare la via più facile, ma col tempo può portare gravi squilibri alla psiche".
I due psichiatri si scambiano le loro impressioni per svariati altri minuti, poi, una volta congedata Andrea Sterman, Samson riceve una chiamata da Lemuria. In linea vi è Kro:"Ho effettuato quell' indagine che mi aveva richiesto" spiega il leader dei Devianti "E dopo aver torchiato le persone che ritenevo più sospette, ho scoperto la drammatica verità".
"Dunque Sersi è stata davvero... stuprata" sussurra Leonard.
"E non una volta, purtroppo".
"Cosa?".
"Ho accertato che erano in undici. Li ho immediatamente imprigionati".
"Undici?" ripete lo psichiatra incredulo. Kro annuisce. Samson si appoggia le mani alle tempie: non è un compito arduo, è quasi impossibile. Deve risollevare l' animo dell' eterna da undici baratri di disperazione, ognuno diverso dall' altro. Ma non può e non vuole gettare la spugna, non lo ha fatto con Bruce Banner per tanti anni, non inizierà certo adesso. Lui stesso ultimamente è riuscito a risollevarsi da una caduta che sembrava senza fine.
"La ringrazio, Kro" conclude Leonard interrompendo la comunicazione. Poi ritorna nella sala dove si trova Sersi e ricomincia a parlarle.

Soho.

"Dannazione, Marcy" esclama Bobby Steele "Guarda a cosa si è ridotto un grande campione di football: a camminare con le stampelle".
"Per me sei sempre il mio campione" ribatte sorridendo sua moglie. In questi ultimi giorni si è sforzata di non pensare alle sue recenti traversie e la cosa le è giovata. "Ecco l' ambulanza del Citadel Medical Center" dice poi "Vai alla tua seduta di fisioterapia, mentre io accompagno Kevin a scuola".
Mentre sale sul mezzo, Bobby non può fare a meno di notare gli sguardi delle persone che passeggiano per strada, lo osservano con quella che lui ritiene commiserazione. Un tempo invece la folla lo adorava, lo incitava. Ora non più. È ciò che più lo deprime, che più gli stimola un sentimento di rivalsa.
Dopo averlo salutato, Marcy torna in casa e prepara suo figlio per la scuola. Dopo un abbondante colazione, i due scendono e si avvicinano alla loro auto. In quel momento qualcuno cala dal cielo e proietta un' ombra su di loro. Un' ombra che riconoscono subito. Si voltano e davanti a loro vi è Thunderstrike.

Olympia.

C'è gran fermento in questa cittadella, il fermento che anima quelle comunità che vengono ricostruite dalle macerie. E che ritornano alla vita. Anche se per Melissa Gold è ancora una strana sensazione, sa che questo luogo è casa sua, il posto dove è nata e ha le sue origini. Dove tutti la chiamano Adora. Ma fino a questo momento è stato solamente un nome per lei, ora vuole che diventi qualcosa di più.
Subito individua colui col quale desidera parlare:"Virako".
Il padre di Ikaris si volta verso di lei:"Oh, sei tornata fra noi finalmente".
"Ho avuto alcune cose da fare negli scorsi giorni. Ma ora sono pronta".
"Per sentire la verità su di te, vero?". Songbird annuisce. "Vedi" narra allora Virako "È una storia che ha le sue radici in un lontano passato, che nemmeno gli antichi cantori greci hanno narrato. In quest' era sorgeva e prosperava Olympia, abitata da noi Eterni che evitavamo qualsiasi contatto con la razza umana. Molti erano i suoi abitanti, carissimi amici miei, molti di più di quanto tu possa adesso vedere. E vi erano due di nome Logos e Uranhia, filosofo il primo, appassionata di stelle ed astronomia la seconda. Si misero insieme e diedero vita ad una magnifica bambina che chiamarono Adora. Ovvero tu".
Virako rimane in silenzio per permettere a Songbird di assorbire questa rivelazione. "E cosa è successo poi?" chiede infine lei.
"Rimane ancora oggi un mistero per tutti noi: vi fu un improvviso lampo bianco e poi... la nostra coscienza e gli atomi dei nostri corpi si dispersero per secoli".
"Ma la stessa cosa non è accaduta a me, vero?".
"No, ovviamente, dal momento che sei cresciuta. Chissà, forse Logos e Uranhia avevano intuito quanto stava per accadere, oppure è stata solo una casualità... le ipotesi sono tante. Ma non cambiano un dato di fatto: che sei ritornata tra noi".
"Mi hai riconosciuta subito, nonostante mi avessi visto solo quando ero una neonata".
"La profondità dei tuoi occhi è qualcosa di unico. Ed ora cosa hai intenzione di fare, Adora?".
"Ci ho pensato molto in questi giorni e, sebbene sia tentata di rimanere tra la mia gente, mi sento più legata agli umani. Io stessa mi sento ancora più umana che eterna".
"Comprendo la tua scelta, figliola: un tempo l' avrei osteggiata, ora non più. Vai pure, ma torna ogni tanto a trovarci".
"Lo farò sicuramente. Solo un' ultima domanda: potrò rivedere un giorno i miei genitori?".
"Nulla è impossibile: se io sono riuscito a riformarmi, la stessa cosa può essere accaduta loro".
"Allora" conclude Songbird alzandosi in volo "Continuerò a coltivare la speranza".
Poi riparte, numerosi sguardi che la vedono allontanarsi. Ha appreso molte cose oggi, anche se altri dubbi permangono, tipo cosa le sia accaduto dal giorno del lampo bianco fino a quando si è unita alle Amazzoni, il suo primo ricordo cosciente. Ma ciò che più conta è che finalmente ha trovato una propria identità: Adora, certo, ma anche Melissa Gold. Songbird.

Palazzo dei Vendicatori.

Scarlet avverte subito l' imponente aura magica che entra nell' edificio. Un' aura che può appartenere solo ad un essere con grandi capacità mistiche, a colui che un tempo era il Mago Supremo della Terra.
"Stephen" lo saluta Wanda.
"Il mio cuore si riempie di gioia nel rivederti" dice il Dr. Strange "Ma è anche gravido di ferali notizie".
"Cosa vuoi dire?".
"Ti prego di sederti, quello che ho da comunicarti sarebbe difficile da accettare per chiunque".
"Riguarda il mio bambino, vero?".
Sul volto di Strange passa un lampo di stupore:"Come...".
"Non è stato difficile intuirlo: è stato il centro della mia vita ultimamente, in tutti i sensi".
"E lo sarà ancor di più in futuro. Non c'è bisogno che ti dica che questo bambino è un essere speciale: è il prodotto di una potente maga e di un uomo in possesso di un' incommensurabile energia. Basterebbe solo questo a renderlo qualcosa di unico, ma c'è di più".
"Il fatto che non sia stato un normale concepimento".
"Esattamente: è stato concepito nel Nesso delle Realtà, in una concentrazione di energie dimensionali che non ha eguali al mondo. Soprattutto energie cronali".
"Cronali?".
"Da quello che mi hai riferito qualche tempo fa, Wonder Man era stato annientato da Null, ma poi il guardiano del Nesso lo aveva ricomposto con parti di altri Wonder Man di altre dimensioni. In quel momento Simon Williams è diventato una sorta di crocevia di mondi".
"Le cui capacità ha trasferito a me quando ci siamo uniti per sconfiggere Null" aggiunge Scarlet.
"E che tu hai passato al tuo bambino" conclude Strange.
Wanda Maximoff si passa una mano tra i capelli:"Dunque porto nel mio grembo un crocevia di mondi e dimensioni?".
"L' hai messa giù un po' dura, ma sostanzialmente è così".
"Quindi, quando la Slorenia ed il tribunale dell' Aja sono stati riportati al loro precedente stato, non era una manifestazione del mio potere, ma del suo".
Strange annuisce:"Esatto, più grande era lo sforzo a cui ti sottoponevi, più evidenti erano le... conseguenze, se così le vogliamo chiamare".
Scarlet ha riportato in vita una persona, ciò che c'è dentro di lei ha riportato in vita le infrastrutture di una nazione: semplice e lineare. "Ma è cosciente di ciò che fa?".
"Non sono in grado di rispondere a questa domanda".
"E quando nascerà? Cosa accadrà allora?".
"I casi sono due: o riusciremo a trovare un modo per far sì che quelle energie si dissipino, oppure l' universo intero accoglierà un essere di straordinaria potenza, capace di alterare il tessuto stesso della realtà. Un essere unico: ed in quanto tale il mondo non tollererà la sua esistenza".

Soho.

"Papà! Papà! Sei tornato!" grida di felicità Kevin lanciandosi ad abbracciare Thunderstrike al petto. "Lo sapevo che non ci avresti abbandonato, lo sapevo!".
"No, ragazzo, ti prego. Stai equivocando".
Il costrutto celestiale vede avanzare verso di sé Marcy, una mano sulla sua bocca, le lacrime che le scendono lungo le guance. "Eric" esclama a bassa voce. Thunderstrike inizia a pentirsi di essere venuto qui.
"Vi prego, lasciate che vi spieghi". Stavolta il tono di voce è forte ed imperioso, così Marcy e Kevin si ritraggono istintivamente. "Onestamente non so da dove cominciare" continua Thunderstrike "E comunque qualsiasi cosa io possa dire non lenirà il vostro dolore. Vedete, io non sono l' Eric Masterson che un tempo conoscevate ed amavate. Sono piuttosto la creazione scientifica di un essere appartenente ad una razza dalle ignote motivazioni, così come ignoto è il motivo per cui abbiano deciso di darmi questa forma".
"Vuoi dire che non sei Eric?" chiede timorosa Marcy.
Thunderstrike scuote la testa in segno di diniego:"Posseggo i suoi ricordi ed i suoi poteri, ma a tutti gli effetti non sono lui. Sono solo... una pallida copia".
"No, non è vero!" grida Kevin "Tu sei mio padre!". Ma il tono non è del tutto sicuro.
"Guarda, ragazzo". Thunderstrike batte la sua mazza sul selciato, più e più volte. "Visto? Non mi trasformo in Eric Masterson. Lui è un essere distinto da me".
"E allora perchè hai deciso di intrometterti nelle nostre vite?" accusa Marcy.
"Non sono io che l' ho voluto!" si difende l' eroe "Non... Non sono io. Vi chiedo scusa se ho alzato la...".
Marcy inizia a battergli pugni sul petto, trattenendo le lacrime:"Vattene via, perchè diavolo sei venuto qui? Stavamo meglio senza di te!".
"Mi dispiace, io non volevo...".
"Vattene via!".
"Lascia subito in pace quei due esseri innocenti!" tuona in quel momento un' altra voce.
Thunderstrike si volta e... "Oh no, no! Non può essere lui!".
"Allontanati o assaggerai la mia ascia ed il mio potere".
"Bloodaxe? Come può essere?".
"Le esigenze di una giustizia rapida ed efficace vanno oltre la morte. Ed ora preparati!".

Slorenia.

"È andata proprio così, signor Mausen" dice Atlas.
"Wow, il tradimento ed il riscatto. Un soggetto che fa sempre colpo sul lettore" commenta lo scrittore "Magari un giorno mi occuperò anche di voi Thunderbolts".
"Temo che per narrare tutte le traversie finora accaduteci non basterebbe l' Enciclopedia Britannica".
"E poi avete anche due eroi di guerra... ancora giovani!".
"Ah, non la biasimerei se non ci credesse. Fatico a crederci persino io".
"Beh, la ringrazio per la piacevole discussione, la lascio ai suoi impegni".
Yaphet Mausen si incammina per le strade della zona in cui vive, ammirando le numerose persone che gli passano accanto ed impegnate nelle più svariate attività. Ad un tratto la sua attenzione si concentra su una giovane donna che viene verso di lui e trasporta a braccio un cesto con alcuni ortaggi. Improvvisamente inciampa, rovesciando parte di ciò che sta portando. Mausen le è subito accanto per aiutarla e, una volta che riesce a vedere bene il suo volto, per un attimo rimane di sasso.
Vi è stato un tempo in cui lo scrittore era un uomo felice, un uomo sposato: sua moglie si chiamava Yasmina ed era per lui la donna più bella del mondo, un angelo piovuto dal cielo. Ma a quanto pare i diavoli in Terra non erano felici della sua presenza: per punire Mausen per i suoi scritti ritenuti blasfemi, i dittatori del suo paese uccisero Yasmina dopo averla stuprata, con tanti saluti alla loro morale religiosa. Mausen fu costretto a guardare il tutto. Alla fine, quando stava per essere ucciso a sua volta, con un gesto di rabbia e disperazione riuscì a liberarsi e a scappare via, lasciandosi dietro per sempre la sua amata. È da quel giorno che lo scrittore è un uomo in fuga. I suoi iniziali propositi di vendetta sono stati ben presto accantonati per lasciare il posto alla rassegnazione: poi è stato portato in questo paese e ha cominciato a riprovare sensazioni che credeva perdute per sempre. Una in particolare, la speranza.
Quando gli ortaggi sono di nuovo tutti nella cesta, la donna dice qualcosa a Mausen, sicuramente un ringraziamento. Lo scrittore all' inizio non sa cosa ribattere, non parla lo sloreno, ma poi si lancia in una sequela di saluti tra le più svariate lingue. La donna ne coglie uno, l' italiano CIAO, e risponde a sua volta. Mausen allora si porta una mano al petto, pronunciando il suo nome.
La donna fa altrettanto:"Milla". Nome soave, voce altrettanto soave.
"Ciao, Milla".
"Ciao... Yaphet". Prima di allontanarsi, con dei cenni gli indica di seguirla. Lui non si fa pregare.

Casa Bianca, ufficio privato di Alden Rusk.

"Oh, Gyrich, finalmente è arrivato" dice il Vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale "Entri pure".
"Onestamente non riesco ancora a spiegarmi perchè sono ritornato qui" si interroga l' agente governativo.
"Perchè ha a cuore la vicenda di cui stiamo per parlare".
"I Vendicatori, vero? Continuate ancora nonostante l' accordo che c'è stato?".
"Esattamente, anche se più che altro è un mio cruccio personale. Potrei farle un lungo discorso su di loro, ma c'è un dato di fatto davanti ai suoi occhi: che l' hanno ingannata. Le hanno tenuto nascosto un loro piano importante, che si è fatto beffe del nostro governo come se fosse un circo a tre piste".
"A volte mi chiedo se non lo siamo davvero agli occhi del mondo, se non sia il caso di cambiare drasticamente pagina".
"Ne parleremo un' altra volta. Ora voglio farle una proposta: ritorni ad essere membro di contatto tra il governo ed i Vendicatori".
"Cosa?".
"Solo che stavolta avrà un ruolo diverso. Indagherà più attentamente sulle loro mosse, è chiaro che hanno qualcos'altro in mente, qualcosa che potrebbe compromettere la nostra sicurezza. Dunque noi dobbiamo sbarrargli la strada prima che mettano in atto tale piano".
"In pratica dovrei fare la spia".
"Non è un lavoro sporco questo, ma un qualcosa che si deve fare. Altrimenti potremmo correre seri rischi. Dunque, Gyrich, cosa mi dice?".
L' agente governativo rimane in silenzio per qualche secondo, poi... "Se la sua offerta si riduce a questo... la rifiuto".
"Ma perchè mai?".
"Perchè è ovvio e speravo l' avesse capito l' ultima volta che sono venuto qui: ho detto basta a questi odiosi sotterfugi. Perchè, per affermare ciò che noi riteniamo giusto, dobbiamo sempre ricorrere a questi mezzucci? Dire le cose in faccia non è una cosa tanto brutta: io l' ho fatto coi Vendicatori e lo farò ancora in futuro, con chiunque. Probabilmente è perchè sono un tipo schietto e diretto che mi hanno voluto accanto a loro per tutto questo tempo, sono certo che coi loro agganci politici avrebbero potuto allontanarmi in men che non si dica. Ma non l' hanno mai fatto".
"Ma non è arrabbiato per l' inganno ai suoi danni?".
"Certo, sono arrabbiatissimo. Ma per ripicca devo infiltrarmi tra di loro e comportarmi peggio di come loro si sono comportati nei miei confronti? No, mi spiace, non è così che funziona con me. Provi a contattare il figlio di Sikorsky, ho sentito che ultimamente non è molto impegnato".
"Lei sa che questo suo rifiuto comporterà delle conseguenze".
"Gliele risparmio: in questi anni non ho fatto altro che dedicarmi al lavoro, trascurando tutto il resto. Ho accumulato tante di quelle ferie arretrare ed è ora che inizi ad usarle. Mi prenderò un anno sabbatico, mi dedicherò alla mia famiglia, sì, è la cosa più giusta da fare".
Rusk volta la testa altrove:"La nostra conversazione è finita".
"Per quanto mi riguarda, non è mai iniziata" conclude Gyrich uscendo.

Soho.

"Aspetta un momento, Bloodaxe" esclama Thunderstrike "Se hai davvero a cuore il benessere di queste persone, spostiamo il nostro scontro su un terreno libero, di modo che nessuno possa farsi del male".
L' essere pondera questa proposta per alcuni secondi, poi dice:"D' accordo, ma non provare ad imbrogliarmi. E soprattutto non portarmi su Asgard".
"Hai la mia parola".
L' eroe apre così un portale col suo martello, oltrepassandolo praticamente all' unisono con Bloodaxe. E lasciando dietro di sé una Susan Steele ed un Kevin Masterson più angosciati che mai.
I due contendenti spuntano su un cantiere abbandonato, che si stava occupando della costruzione di un palazzo dal numero imprecisato di piani. La ditta che doveva completarlo era quella che faceva capo a Jerry Sapristi, una persona per cui Eric Masterson aveva lavorato in passato. Alla morte di quest'ultimo, per una di quelle curiose coincidenza della vita, la ditta aveva attraversato un brutto periodo. Che è culminato alcuni mesi fa col suo fallimento.
Thunderstrike, in cerca di riferimenti sulla vita di Eric Masterson, si era imbattuto anche in questa notizia. Per fortuna la sua previsione di un terreno sgombro è andata a buon fine.
"Molto bene, Bloodaxe" dice "Assicuriamoci che nessuno sia per caso qui in giro...".
"No, basta, ho atteso anche troppo!".
"Jackie, abbiamo seppellito... l' ascia di guerra ormai da molto tempo. Entrambi abbiamo pagato caro la nostra avventatezza".
"Non parlare di Jackie Lukus, ma solo ed unicamente di Bloodaxe!".
E con quest' ultimo grido il guerriero con l' ascia si scaglia contro Thunderstrike. Cala la sua arma, ma l' eroe para il colpo con la sua mazza, poi approfitta della guardia scoperta del suo avversario per menargli un violento fendente al volto, che lo scaglia ad alcuni metri di distanza. Thunderstrike balza verso Bloodaxe, ma costui si riprende prontamente ed agita la sua ascia, la quale colpisce di striscio l' eroe al fianco destro. E gli fa sperimentare una nuova sensazione: sta sanguinando.

Palazzo dei Vendicatori.

Iron Man e Occhio di Falco stanno discutendo tra loro quando nella sala delle riunioni compare l' immagine olografica di Visione.
"Ho ricevuto il vostro messaggio" dice il sintezoide "Ditemi pure".
"Ecco, Viz" esita inizialmente Tony Stark "Si tratta di Jan". Visione rimane impassibile. "Riteniamo sia stata troppo sotto stress ultimamente. Certo, con una vita come la nostra lo si è sempre, ma lei lo è stata più di altri. Ha urgente bisogno di un periodo di riposo, secondo noi".
"Esatto, recupererà le forze e l' animo" continua l' arciere "Poi tornerà ad essere più leader di prima".
"A volte occorre staccare la spina" continua l' ex capo della REvolution "Guarda me: mi sono dimesso da Presidente della mia azienda per dedicarmi al figlio che ho recentemente adottato ed è stato un toccasana. Io e Clint pensavamo di parlare a Jan insieme a te, di modo da farle capire che lo facciamo per il suo bene. Come sostituto temporaneo avevamo pensato a te...".
In quel momento Viz scuote la testa:"Voi non capite, voi non capite" dice "C'è un modo migliore per risolvere questo problema che problema non è: me ne occuperò io stesso da solo. Ed ora scusatemi, ho un impegno urgente che mi attende".
E scompare, lasciando nel dubbio e nell' incertezza i due eroi.

In un' altra sala.

La persona oggetto di così tante preoccupazioni ha appena ricevuto una chiamata videotelefonica da parte del suo ex marito Hank Pym. È la prima volta che lo scienziato la vede in volto dopo la fine della Guerra Eterna e non può che rimanere scioccato.
"Santo cielo, tesoro" dice "Per quanto fossi stato informato nulla mi poteva preparare a questo".
"Incerti del mestiere" ribatte Wasp.
"Sei certa che...".
Jan perde la sua abituale compostezza e china il capo sconsolata:"Oh, Hank... ci sono giorni che proprio non so come faccio a tirare avanti. Ma sento di doverlo fare, non per me, ma per gli altri".
"Ma non devi comportarti da martire, però, rischi di precipitare in un baratro ancora più profondo".
"Hank, ti ringrazio per avermi chiamato, ma oggi non mi sento molto bene. Penso che andrò a casa. Grazie comunque per le tue parole".
"Ma...". Troppo tardi, la comunicazione è già stata interrotta. "Cosa ti accade, Jan?" si interroga Hank Pym.

Cantiere Sapristi.

Non c'è riuscito Ego, non c'è riuscito Ultron, non ci sono riusciti i Devianti. C'è riuscito Bloodaxe. La vista del proprio sangue a Thunderstrike crea tante sensazioni e gli fa pensare a molte cose: al lavoro perfetto ed imperfetto al tempo stesso del Celestiale che l' ha creato; alle tante traversie che ha subito in questa sua breve vita; al fatto che questo sangue è simbolo di un' umanità che non ha mai posseduto e a cui forse non potrà mai aspirare.
Un urlo prorompe allora, più che dalla sua bocca dal suo essere, un urlo in cui si concentrano rabbia, frustrazione, riscatto e paura. Un raggio energetico viene poi scagliato dalla sua mazza incantata: esso va a colpire in pieno Bloodaxe, il quale viene proiettato contro un muro isolato che gli crolla addosso. Le provvidenziali macerie!
Thunderstrike si avvicina per controllare, ma a pochi metri un altro raggio energetico fuoriesce dalle macerie, scagliandole in gran parte verso l' eroe. Lui le para tutte roteando la sua mazza, ma al termine dell' insolita tempesta... di Bloodaxe non vi è più traccia. Thunderstrike gira in lungo e in largo per il cantiere, ma senza alcun risultato.
"Maledizione!" esclama.
Bloodaxe ha voluto giocare con lui, prenderlo in giro, e lui ha abboccato all' amo. Voleva testare le sue capacità. Presto ci sarà un nuovo scontro, questo è certo, ma lui non si farà cogliere impreparato. E così si allontana dalla zona, ignaro che qualcun altro ha osservato tutta la scena, qualcuno che non si può vedere perchè è lui che lo vuole.
"Vai pure, Thunderstrike" pensa "Ma la tua sofferenza è solo all' inizio. Ma tu non sei altro che una pedina di un piano molto più complesso: non per vendetta, ma per scopi che vanno aldilà della tua comprensione. Della comprensione di tutti eccetto la mia".

Slorenia.

"Signor Visione" dice Joy Mercado di Now! "La ringrazio per avermi concesso questa intervista esclusiva per la rivista per cui lavoro".
"Mi chiami semplicemente Visione" ribatte il sintezoide "Comunque abbiamo fatto un accordo e spero lo rispetti".
"Certamente, sono una donna di parola".
"Allora possiamo cominciare".
"Come mai, tra tutti i Vendicatori, proprio lei è qui in Slorenia?".
"L' ho richiesto io".
Non aggiungendo altro, Joy è costretta a chiedere:"Perchè?".
"Dentro di me ho valutato che mi sarei sentito realizzato nel contribuire alla rinascita di questo paese".
"È felice di questa scelta?".
"Il concetto di felicità mal mi si adatta. Comunque sì".
"Perchè l' avete fatto?".
"Cosa, mi scusi?".
"Voi Vendicatori, perchè vi siete voluti sobbarcare queste responsabilità? Un tempo la gente vi vedeva come eroi del popolo, fedeli a certi ideali. Molti hanno considerato ciò che avete fatto un tradimento del vostro precedente modo di agire".
"Solo perchè abbiamo preso decisioni che inizialmente non sono state gradite dai poteri forti?" il tono di voce di Visione sembra più alto di prima "Come dite voi umani, balle". Questa parola strappa a Joy un mezzo sorriso. "Si guardi intorno" continua Viz "A queste persone abbiamo salvato la vita: è un tradimento dei nostri precedenti ideali questo? In nazioni martoriate dalla guerra abbiamo portato aiuto e medicine: è un tradimento dei nostri precedenti ideali questo? Abbiamo ricostruito case e intere città distrutte: è un tradimento dei nostri precedenti ideali questo?".
"Mi permetta di risponderle" lo interrompe Joy "A me non sembra un tradimento, però è sicuramente un' evoluzione rispetto al vostro precedente modo di agire. Ed il timore che molti hanno a mio parere è che voi vi facciate prendere un po' troppo la mano, insomma tanto potere può dare alla testa".
"Riconosco che questo è un rischio concreto".
"E se divenisse realtà un giorno?".
"Allora in quel caso non esiterei a ripristinare il giusto stato delle cose".
"Anche a costo di mettersi contro i suoi compagni di squadra?".
"Anche a costo di mettermi contro i miei compagni di squadra".
L' intervista dura circa un' altra mezz' ora, con tuttavia pochi scambi significativi e risposte da parte di Viz perlopiù monosillabiche. Al termine comunque Joy Mercado è soddisfatta, ne verrà fuori un magnifico articolo.
"Le ricordo che ora tocca a lei rispettare la sua parte del nostro accordo" le fa notare Visione.
"Certamente: come le ho già detto sono una donna di parola" ribatte la giornalista.
"Ah, quando torna negli Stati Uniti porti i miei complimenti al suo collega Jeff Mace. I suoi articoli sono molto belli, scritti da vero... patriota".
Pochi minuti dopo, dunque, Joy si trova al cospetto di un' altra persona celebre:"Signor Mausen? Piacere, sono Joy Mercado del Daily Bugle di New York e vorrei farle un' intervista, se non le dispiace".
"Un' intervista?" ribatte stupito lo scrittore "A me?".
"Certamente. Sono sicura che la sua storia interesserà i nostri lettori".

Latveria.

È in trance mistica da quasi due giorni. Un' intensissima aura magica avvolge l' armatura di Victor Von Doom: perchè lui non è solo un genio scientifico senza pari (o quasi), ma anche uno dei maghi più potenti della Terra. Qualità, a onor del vero, che spesso mette da parte. Ma non adesso, non quando sta per lanciare un attacco senza precedenti, inimmaginabile. Stavolta tuttavia non ha come obiettivo i Fantastici Quattro, bensì i Vendicatori!

Giungla sudamericana.

In una fortezza abbandonata un tempo appartenuta ad Heinrich Zemo, si sono rifugiati Drakan Djorjevic e sua figlia Sonja. Qui hanno ritrovato il macchinario che originariamente diede a Simon Williams i poteri ionici: con fortuna e casualità sono riusciti a riattivarlo ed ora una tempesta di potere sta investendo il corpo dell' ex tiranno slokoviano.
"B... Basta così, figlia mia" esclama alla fine "Credo sia più che sufficiente".
Lei lo accontenta e l' uomo scende dalla pedana, apparentemente simile a prima. Ma già una luce insolita brilla nei suoi occhi. E quando con un semplice pensiero attiva la sua aura ionica, è come se il suo intero corpo si illuminasse. "Magnifico, veramente magnifico" commenta.
"Ed ora, papà, cosa farai?" gli chiede Sonja "Riprenderai la tua opera di sterminio?".
"Ovviamente. Ma prima occorre testare queste mie nuove capacità, non trovi?". Lei annuisce decisa e sorridente. "Vediamo, dove potrei... Ah, trovato!". E con una potente raffica ionica incenerisce sua figlia,di cui alla fine rimane solo polvere.
Djorjevic osserva estasiato la sua mano, quella stessa mano colpita poco tempo prima da una freccia di Occhio di Falco. "È quanto di meglio potessi sperare" dice.
Poi si alza in volo, sfondando il tetto della fortezza: il mondo intero è nelle sue mani. Ma a lui interessa al momento solo una piccola porzione di esso. "Slorenia!" urla al cielo "Hai gioito per breve tempo. Tra poco verrai nuovamente annientata!".

CONTINUA...

I VENDICATORI presentano:
LA QUARTA VITA DI BILL FOSTER
Parte 2: UN UOMO SENZA SCRUPOLI

Questa storia, come molte altre storie, si incentra su un uomo normale coinvolto in una tragedia aldilà di ogni sua pessimistica previsione. Si incentra su un uomo normale divenuto qualcosa di più per via di un bizzarro scherzo del destino. Si incentra su un criminale che forse criminale del tutto non è. Si chiama Farley Denton ed è lo Spacca-Atomi.
Come detto, un tempo era un uomo come tanti altri: guardava la tv, aveva qualche fidanzata occasionale, si divertiva... e andava al lavoro. Per la precisione presso un impianto nucleare della Stane sito nella California del Sud, inconsapevole della malattia che stava distruggendo questo pianeta e che lui aveva contribuito a creare. Furono alcuni articoli di giornale a catturare inizialmente la sua attenzione: un' associazione locale di cittadini aveva condotto degli studi che dimostravano che il tasso di malati di cancro in quella zona era più alto del 53% rispetto alla media nazionale. La Stane intervenne prontamente e, dopo averla citata in giudizio, fece rapidamente sciogliere quell' associazione. La cosa non toccò Denton minimamente, dopotutto cosa aveva a che fare con lui?.
Poi un giorno, praticamente per caso, si recò in un deposito sotterraneo dove la Stane ammassava rifiuti industriali, tossici e radioattivi, e questo già da svariati decenni. Molti bidoni erano vecchi ed avevano delle falle, da cui fuoriusciva materiale tossico che andava a mischiarsi con la falda acquifera cittadina. Solo allora il problema per Denton diventò strettamente personale.
Si recò pieno d' ira dai suoi superiori, minacciando di rivelare tutto agli organi di stampa. Loro promisero che avrebbero sistemato tutto e lui, come uno sciocco, credette loro. In realtà alla Stane importava solo dei soldi e ne sarebbero occorsi svariati per ripulire quell' azienda: meglio la discarica abusiva più usata, il mare, ed i proiettili per mettere a tacere per sempre i ficcanaso (Denton non era stato sicuramente il primo a cadere nella trappola).
Anche lui venne gettato in pasto ai pesci, insieme ai bidoni: e fu allora che accadde qualcosa. Forse fu opera delle radiazioni, o la mano di Dio in persona, fatto sta che Farley Denton venne avvolto da un' aura verde e rinacque, con nuovi incredibili poteri fornitigli dagli strumenti della sua uccisione. E sapeva come li avrebbe impiegati: gli esseri umani stavano uccidendo la Terra, e dunque anche loro stessi. Lui avrebbe fatto cambiare loro idea col nome di Spacca-Atomi, utilizzato da un precedente supercriminale dal destino molto simile al suo. La sua prima meta fu inevitabilmente lo stabilimento della Stane dove era stato ucciso: qui l' eroe noto come War Machine capì le sue motivazioni e gli permise di andarsene. Denton rimase in ombra per qualche tempo, riapparendo poi per denunciare pubblicamente e prove alla mano la Stark-Fujikawa. Nulla è cambiato da allora. Amareggiato e disilluso, si è dunque concentrato sulle piccole aziende, agendo prevalentemente da dietro le quinte. Il suo primo obiettivo è la Kruma International. Ed oggi prenderà possesso dell' arma che l' aiuterà a distruggerla.

Palazzo dei Vendicatori.

"E questo è ciò che mi è accaduto a Chicago. Ed ora voglio sapere al più presto cosa voleva dirmi Joanne Marie Tumolo" finisce di raccontare Greer Nelson.
"Mi risparmio la solita frase:'Ma non era morta'?" dice Occhio di Falco "Tanto è obsoleta come i supercriminali asserviti allo spietato governo sovietico. Ehi, Greer, comunque i nominativi delle Sears Tower potevi ottenerli da noi".
"Vero, ma vuoi togliere il divertimento? E poi ho dato ai vostri detrattori una possibilità in più per criticarvi" sorride.
"Già, raccontalo a questo bel tomo" dice l' arciere indicando Tony Stark "Ha appena affrontato un supercriminale coi controcoglioni e ci ha fatto partecipare solo all' Ultimo secondo".
"Ah, Tony, ma è vero che faranno un film sulla tua vita con Tom Cruise come protagonista?".
"Se avete finito di fare salotto..." li interrompe l' ex industriale "Io sarei pronto ad analizzare questo floppy disk. E comunque, Clint, devo dirti due cose: la prima, che il tuo senso dell' umorismo fa schifo, la seconda è che non saremmo stati di alcun aiuto a Greer. Ho controllato e su tutti i registri non risulta nulla intestato a Joanne Marie Tumolo presso le Sears Tower".
"Ma io ho visto il suo nome su un computer ed una targhetta!" fa notare la donna.
"Considerato il passato del Popolo Felino, mi viene da chiederti se non siano state abili illusioni. Vediamo di scoprirlo: Jocasta, sei pronta?".
"Sì, Tony" appare in quel momento sullo schermo il volto dell' intelligenza artificiale "Dopotutto mi ero annoiata a risolvere le 64000 combinazioni di Free Cell presenti nella mia memoria".
Greer osserva con sguardo interrogativo Occhio di Falco. "Ehi, anche un' intelligenza artificiale deve pur divertirsi, no?" ribatte l' arciere.
Pochi secondi dopo Jocasta dà il suo responso:"Il floppy è composto da due elementi: un documento word intitolato POPOLO FELINO ed un programma di nome sb.exe".
"Il primo probabilmente contiene le stesse informazioni che ho trovato su alcuni appunti di Joanne" fa notare Greer "Nulla che già non sapessimo peraltro".
"L' ho comunque salvato, poi lo controlleremo. Il secondo non sembra un virus, l' ho attentamente analizzato".
"Ed allora corriamo il rischio" dice Tony "Aprilo".
Per un istante sul volto di Jocasta pare dipingersi un' espressione di stupore. "Che succede?" le chiede Clint Barton.
"È una sorta di salvaschermo" risponde lei "C'è una sola parola che scorre continuamente".
"Quale sarebbe?".
"SHLERYNT".
Vi è qualche istante di silenzio, poi Occhio di Falco esprime i dubbi di tutti:"E che diavolo significa?".

Texas.

Una figura si avvicina al cancello sorvegliato da quattro guardie di questa imponente struttura.
"Fermo lì!" intima uno di loro.
"Ehi, è questo il modo di rivolgersi ad un tuo superiore?" esclama la figura in avvicinamento "Sono l' agente Gyrich e devo ritirare un oggetto presente in questa struttura per conto di Alden Rusk".
"Signore, io la riconosco, ma ho bisogno dell' autorizzazione".
"Eccola qua".
Colui che si dichiara Gyrich porge un foglio, pieno di timbri. "Ora posso entrare?".
"Signore, dobbiamo prima effettuare alcuni riscontri".
"D' accordo. Io ho provato ad usare le buone maniere, ma sono stato un ingenuo: aspetto prontamente le critiche dei miei detrattori". E detto questo esplode in un lampo di luce. Le guardie perdono così i sensi, mentre Spacca-Atomi avanza all' interno della struttura. Altri si parano sulla sua strada e fanno fuoco contro di lui, ma il criminale ha facile gioco su di loro.
"Ehi, sono all' interno di un istituto governativo!" esclama "Dove siete, eroi? Vendicatori, X-Men, Fantastici Quattro, Guardia dell' Infinito? Tutti impegnati a farsi pubblicità? Bravi, così si fa".
Con estrema facilità Farley Denton arriva nella sala che a lui interessa, una sala piena di reperti sottratti ai criminali. Ma lui ne desidera solamente uno: si avvicina alla camera blindata che lo contiene e la sradica con una potente raffica energetica. Si scatena liberamente, sa che ciò che è presente al suo interno non corre alcun rischio di riportare danni. Dunque avanza ancora, fino ad arrivare al centro della sala dove vi è un contenitore in titanio ed al suo interno quella che sembra una pozza color metallo.
"Eccoti qua" pensa Spacca-Atomi.
Una etichetta indica quanto il criminale ha appena sottratto: è il Super-Androide Modello F-4 o almeno ciò che ne rimane dopo varie batoste da parte della Cosa. È una creazione del Pensatore Pazzo, ma ha spesso dimostrato di avere una volontà propria, inoltre sembra che negli ultimi tempi il Pensatore abbia perso il controllo mentale che condivideva con tutte le sue creazioni*.

* V. Guardia dell' Infinito 17

Ma questi pensieri non affliggono ora la mente di Spacca-Atomi: esce dall' edificio, sbaragliando le ultime resistenze, e si allontana nella notte. Ora che ha in mano il suo definitivo strumento di rivalsa, nessuno potrà più fermarlo.

Kruma International.

"Dimmi, Bill" chiede Dale West "Trovi che Kayla sia cambiata ultimamente?".
"Cosa? No, non mi sembra affatto" risponde Bill Foster "È la solita ragazza di sempre, a volte un po' troppo cupa ed introversa, ma tutto nella normalità".
"Te l' ho domandato perchè... Non so, prima sembrava così felice di stare con me, poi di punto in bianco ha deciso di troncare: ed io posso essere un uomo con molti difetti, ma ti assicuro che non ho fatto nulla di strano".
"Tu e la parola stranezza siete come fratello e sorella, dunque permettimi di dubitare" sorride Bill "Comunque la soluzione migliore è sempre quella di parlare: se Kayla ti nega una spiegazione, allora non è una persona degna del tuo affetto".
"Sì, mi sa che hai ragione. Prima però sarà meglio pensare alla conferenza di domani: sei emozionato?".
"Più che altro lo è Talia: le è stato affidato il discorso inaugurale".
"E temi che... il nostro persecutore possa marcare visita?".
"È più che una possibilità. Dovremo stare attenti".
"Beh, io sono sempre pronto come... sai bene come. Tu invece... ma come si è fatto tardi! Ti saluto, amico mio, c'è una bella serata noiosa che mi attende".
Salutato il suo amico Dale, Bill Foster estrae da un cassetto la provetta contenente il siero della crescita perfezionato da Hank Pym: Dale crede che lui non abbia alcun mezzo a sua disposizione, che non possa fare la differenza. Si sbaglia. Il Golia Nero può fare la differenza: si tratta solo di vedere se potrà e soprattutto vorrà tornare sotto le luci della ribalta.

CONTINUA...

PROSSIMAMENTE

Il trionfo di Destino